Il panino dei luoghi comuni

Perchè scandalizzarsi se gli austriaci giocano con le parole nel pubblicizzare il panino Bella Italia di una nota catena di fast food, quando basta studiare un minimo di storia per capire che ci odiano cordialmente? (cit. A. Barbero). Io piuttosto mi scandalizzerei perchè quel panino dovrebbe richiamare il gusto del nostro bel paese.

Arrendetevi patrioti, all’Italia nessuno offrirà scuse sincere, noi siamo di serie b.

 

Al lupo!!!! AL LUPO!!!!!

Evviva!!!! La giustizia ha finalmente trionfato!

E’ così che scrivete voi della grande famiglia degli ipocriti senza palle, gli stessi che ho visto leccare il culo al signorotto di turno pur di entrare a far parte della sua cerchia ristretta di sudditi, gli stessi che sono saldi sulle loro posizioni come un filo d’erba al vento.

Gioite ora che “giustizia è stata fatta”. Bravi, ma prima di stappare il vinello consiglio a tutti di aspettare il verdetto perchè, si sa, gridare al lupo, al lupo non porta mai buoni frutti.

Nel frattempo, io continuo a sguazzare nella merda perchè il cioccolato di questi tempi mi sta sullo stomaco.

N.B. Se avete tempo da perdere e volete copiare, commentare, incollare queste parole a metà dei vostri “amici” di social, almeno avvertitemi di persona (se avete le palle) perchè aggiorno in maniera costante la mia personale statistica di coglioni fancazzisti. Grazie

 

 

Apatia

Se c’è una cosa che proprio non tollero è l’apatia.
Sarà perchè vivo con tre pelosi perennemente schizzati, incapaci di stare fermi fisicamente e mentalmente anche mentre dormono, in costante ricerca di nuovi stimoli, siano essi prese del telefono, le nostre mani, i divani o l’ultimo ripiano della libreria.
Ammetto anche che con il passare degli anni la lista dei miei “non tollero” si sta allungando a dismisura, ma alcune cose rimangono perennemente in pole position.
Mi chiedo come si possa vivere giorno dopo giorno nel nulla più assoluto, incapaci di esprimere un’opinione o addirittura di averne una; circondati da stimoli di ogni genere eppure troppo pigri o spaventati per coglierne l’essenza.
Dediti a sopravvivere, a galleggiare in un mondo che offre così tanto: informazioni ovunque, libri, film, milioni di persone con cui potersi confrontare, luoghi meravigliosi da vedere e far entrare nell’anima.
Questo è un delitto contro sé stessi e contro il dono della vita, un errore enorme, una perdita incommensurabile.
Gli apatici non mi fanno pena, mi fanno rabbia, mi irritano nel profondo e scatenano i miei sentimenti e le mie reazioni più basse, sono incapaci di avere una relazione normale perchè non ne vogliono una, non hanno le palle per buttarsi nella vita, hanno solo voglia di rimanere come sono, avvolti nella loro bolla di nulla, a volte a piangersi addosso, più spesso a non fare niente, ma la cosa più bella e tristemente ironica, è che spesso chiedono consigli che puntualmente buttano nel cesso.
Che noia.
Che rabbia.

Siete nulla e nulla tornete.

Grazie

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Tempo fa un Lupo Bianco mi parlò di quanto fosse importante la gratitudine.
Adesso è tempo.

In ordine sparso 😀

Grazie mia piccola elfa dagli occhi blu, mi hai aiutato a crescere, a lottare, ad essere la persona che sono, senza di te non ce l’avrei fatta ad uscire dall’incubo di quattro mura insopportabili.
Grazie ad un Dio Ingannatore, hai ridato il sorriso alla mia preziosa piccola.
Grazie ad un amante paziente e sempre presente, un AMICO a cui non potevo tributare solo la A maiuscola. Sei unico.
Grazie agli amici che sono sempre vicini anche se centinaia di km ci dividono, grazie per le serate e i sorrisi.
Grazie ad una persona che ci aiuta sempre nei momenti di difficoltà, senza mai far pesare nulla.
Grazie a due nuovi amici: ci avete aiutato a chiamare Casa un posto meraviglioso. Grazie per la pazienza, grazie per i consigli, grazie per esserci amici, grazie per tutto. Non dimenticheremo mai quello che avete fatto per noi.
Grazie ai miei pelosi, frammenti di anima ritrovati dopo un lungo cammino.
Grazie a Voi che attendete pazienti.
Grazie a chi mi ha fatto del male: sono qui, ho il mio Branco nonostante tutto quello che mi hai fatto. Sono sopravvissuta al dolore e all’incubo, sono diventata forte grazie alla tua crudeltà.

E ora a te: grazie per avermi ritrovata, grazie per l’amore che provi, per le risate, le lacrime, le lezioni, la pazienza. Grazie per avermi aiutato a scappare, ad essere di nuovo me stessa. Grazie per aver sconfitto l’Incubo e avermi portata via dai suoi artigli.
Ti amo.

Sera

Quando fuori tuona e il vento ulula, quasi non fossimo in città ma in una foresta troppo a lungo sognata, i cuccioli dormono ai miei piedi, felici e rilassati e la fiamma della candela ondeggia dolcemente, penso solo che manchi Tu.

Viviamo ogni giorno freneticamente, pur non avendo scadenze impellenti, né compiti improrogabili e solo il loro sguardo, quello che attraversa gli occhi e arriva diritto all’anima riesce a portarmi dove vorrei essere, a ricordarmi che “qui e ora” non vuol dire che casa sia poi così distante (e noi lo sappiamo bene, solo che lo dimentichiamo troppo spesso).

In queste giornate dove non è successo nulla di particolare, mi rendo conto quanto la loro pace sia la mia roccia e ripenso alla fortuna che ho avuto quando batuffoli profumati di cucciolo, hanno deciso di entrare nella nostra vita.

Grazie pelosissime pesti.

Disprezzo

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Nebula ha un odio illimitato per gli umani. Tutti, nessuno escluso.

No, forse più che odio lo definirei sano disprezzo: quando ne vede uno ha la stessa espressione di chi, girato l’angolo, si trova davanti una scultura postmoderna di merda, storce il naso (ebbene si, i clc sanno fare anche questo) e indietreggia disgustata.

Stessi genitori di Asgard, stesso luogo di nascita, stesso branco umano e stesse esperienze del fratello, risultato: Asgard passa il tempo a limonare (nel vero senso della parola) gli umani che incontra, Nebula progetta lo sterminio dell’inutile razza umana. Non ha avuto nessuno shock, nessun umano le ha fatto del male (a parte noi bipedi che la torturiamo negandole tutto il cibo che lei desidera) eppure non si riesce a farle piacere l’uomo (né tantomeno la donna).

Le abbiamo provate tutte: fiere, mercati, passeggiate in città, perfetti estranei che allungano succulenti bocconcini (che ovviamente lei gradisce), ma non c’è niente da fare, il mondo lo adora, i bipedi li detesta.

Per l’amor del cielo, non è il nostro problema più grande, anzi, direi che io e il mio compagno condividiamo questo suo poco amore per i bipedi, motivo per cui a parte il rituale del “andiamo a conoscere qualche umano nuovo, sia mai che ne troviamo uno che ti piace”, di solito scegliamo i momenti di desolazione per portare i pelosi al lago e affini. Ok con la socializzazione, ma non mi si può chiedere di avere a che fare con troppi umani, rischierei il collasso.

Morale: il nostro futuro è sempre più rivolto ad una vita di eremitaggio (e quanto prima arriva, meglio è!)